Akrai Festival 2.0 riporta nel territorio di Palazzolo Acreide un festival unico nel suo genere. Vediamo assieme la storia e il futuro della rassegna.
Prima ancora di raccontare quali sono gli obbiettivi del Festival oggi, è importante ripercorrerne la storia per conoscere cosa ha spinto 25 anni fa Officine Tetrali alla realizzazione di questa iniziativa unica nel territorio siracusano.
L’esordio di Akrai avviene nel 1996 grazie ad un’intuizione del professore Francesco Di Vincenzo e all’aiuto di Salvatore Giovanni Malignaggi, al tempo assessore al turismo della cittadina. Scegliere come cornice Palazzolo Acreide e in particolar modo il teatro greco non è casuale: i luoghi si prestavano perfettamente al tema del festival, volto a valorizzare l’archeologia classica attraverso filmati d’autore (e le scoperte condotte da Gabriele Judica hanno accompagnato l’iniziativa, con tanto di premio dedicato).
La rassegna internazionale del filmato archeologico ha rappresentato un importante momento di divulgazione culturale utilizzando strumenti all’avanguardia, i quali hanno permesso di avvicinare in modo stimolante i fruitori alla disciplina archeologica. Questo ha maggiormente invogliato alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio culturale.
Inoltre, l’utilizzo del video ha permesso di godere della bravura e della creatività dei partecipanti, apprezzando il lavoro dei registi unito alla professionalità degli storici.
Il festival è stato poi riproposto nei due anni successivi, avendo grande riscontro sia da parte del pubblico che dalle personalità importanti che hanno preso parte al progetto facendo emergere non solo il patrimonio e l’evento in sé, ma anche il territorio che lo ha ospitato.
Akrai Festival 2.0: cosa aspettarci dalla versione del 2025
Il 2025 sarà l’anno della rinascita del Festival, nel segno della continuità e dell’innovazione: l’Akrai Festival 2.0 2025, infatti, parte dagli stessi principi, quello della divulgazione culturale, proponendo nuovi strumenti all’avanguardia per la proiezione dei documentari e aggiungendo nuove categorie per ampliare i campi di conoscenza e dare ai partecipanti più libertà espressiva.
L’apertura all’archeologia subacquea e archeologia industriale sono due delle novità del Festival 2025. E sarà proprio in un edificio oggi considerabile reperto industriale, che la nuova edizione avrà sede: si tratta del vecchio molino San Paolo gestito dalla famiglia Gallo di Palazzolo Acreide, situato in via Purbella. Grazie alla gentile concessione del Dottor. Roberto Gallo e all’intuizione di Valeria Belfiore, dopo diversi studi culminati nella sua tesi di laurea, questo luogo sarà nuovamente aperto per ospitare le giornate del festival.